…sì bella e perduta.

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  • Tecnica: ceramica scolpita e pittura a terzo fuoco su biscotto o lastra invetriata.
  • Supporto: Corten (per cui si ringrazia infinitamente la professionalitá di Davide Simone di corten-essedi) e Policarbonato trasparente.
  • Misure: 42 cm in altezza, 66 cm alla base.
  • Installazione su piattaforma girevole che rende possibile apprezzarne entrambe le facce dallo stesso punto di osservazione. L’opera infatti è pensata come un Giano Bifronte.
  • In mostra al palazzo della Gran Guardia a Verona, sito in piazza Bra, dal 25 Aprile al 29 Aprile 2022, in occasione dell’evento “Verona in Opera”, dedicato all’opera lirica.

L’ispirazione parte dall’opera lirica Nabucco (Nabucodonosor II, sovrano di Babilonia, 634 a.C.-562 a.C.), musicata da Giuseppe Verdi su libretto di Temistocle Solera, profondamente legata alla storia risorgimentale italiana e proprio per questo da essa indissolubile. Sui due lati rotanti dell’installazione sono rappresentate, in un reciproco dialogo e rispecchiamento, le vicende bibliche della cattività babilonese nei confronti del popolo ebraico e quelle dell’Italia ottocentesca alle porte della prima guerra d’indipendenza italiana (ricordiamo che all’epoca della prima rappresentazione del Nabucco alla Scala di Milano nel 1842, il Regno Lombardo-Veneto era uno stato vassallo dell’Impero Austriaco).

A sinistra le mura di Gerusalemme, a testimonianza della sua conquista da parte di Nabucodonosor II (rappresentato di profilo nella lastra sulla destra). Al centro il conseguente esodo degli Ebrei.
Dall’altro lato, specularmente, i sentimenti dell’Italia risorgimentale, con il suo sentirsi oppressa dal dominio asburgico rappresentato a sinistra dal profilo dell’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria; a destra il serpeggiare del malcontento popolare con l’inneggiare a Verdi come simbolo della lotta per la Libertà ed infine, al centro, le barricate dei moti (esemplari le cinque giornate di Milano) subito antecedenti alla prima guerra d’indipendenza italiana.

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